Relazione
della Dott.ssa Silvia Carloni, Premio per il Miglior Poster
presentato al XIV Congresso Nazionale SITOX
NEURODEGENERAZIONE DOPO IPOSSIA-ISCHEMIA DURANTE
LO SVILUPPO CEREBRALE: EFFETTI NEUROPROTETTIVI DELLA SIMVASTATINA
S. Carloni,
M. Cimino, W. Balduini
Istituto di Farmacologia e Farmacognosia, Università
degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, Via S. Chiara 27,
Urbino (PU). Tel 0722303520, Fax 0722303521, Email: walter.balduini@uniurb.it
L’ipossia-ischemia
perinatale è un’importante causa di danno cerebrale
che determina la morte o alterazioni neurologiche permanenti nei
neonati. Attualmente non esistono terapie disponibili per questa
condizione che colpisce circa 1 su 4000 neonati a termine. Nel nostro
laboratorio abbiamo messo a punto un modello di ipossia-ischemia
neonatale e da diversi anni ci stiamo occupando della caratterizzazione
dei meccanismi responsabili della neurodegenerazione indotta dall’ischemia
durante lo sviluppo e dello studio di potenziali agenti neuroprotettivi.
In recenti lavori, utilizzando questo modello abbiamo dimostrato
che la simvastatina, una statina liposolubile che attraversa la
barriera emato-encefalica, riduce gli effetti comportamentali a
lungo termine ed il danno istologico indotto dall’ischemia
(20 mg/kg, 7 giorni di pre-trattamento) [1]; tuttavia l’effetto
neuroprotettivo veniva osservato solamente in seguito a somministrazione
profilattica del farmaco [2]. Nel lavoro presentato al XIV Congresso
Nazionale SITOX sono stati riportati i risultati di recenti esperimenti
indirizzati a valutare la dose-dipendenza dell’effetto neuroprotettivo
della simvastatina, se trattamenti più brevi di quello utilizzato
negli esperimenti precedenti o una singola somministrazione del
farmaco fossero efficaci e il possibile meccanismo d’azione.
L’efficacia del trattamento è stata determinata quando
gli animali avevano raggiunto l’età adulta, mediante
valutazione dell’asimmetria comportamentale (T-maze) e delle
capacità cognitive (Morris maze) seguite dall’analisi
istologica dopo il sacrificio dell’animale. I risultati di
questi esperimenti hanno evidenziato che l’effetto neuroprotettivo
della simvastatina è osservabile sia dopo un trattamento
per tre giorni che dopo una singola somministrazione del farmaco
alla dose di 20 mg/kg. Un effetto neuroprotettivo è stato
osservato anche con un trattamento ripetuto per sette giorni - equivalente
a quello utilizzato negli esperimenti già pubblicati 1,2
- con dosi di 10 o 5 mg/kg.
In un’altra serie di esperimenti abbiamo studiato i possibili
meccanismi dell’effetto neuroprotettivo della simvastatina.
L’attivazione della caspasi-3, considerata come uno degli
stadi finali del processo apoptotico, risultava ridotta dopo trattamento
con simvastatina ed era concomitante ad una ridotta scissione proteolitica
della poly-(ADP-ribosio) polimerasi (PARP-1). Negli animali trattati
con la simvastatina, inoltre, è stata osservata una significativa
riduzione dell’attivazione della caspasi-1 e dell’espressione
degli mRNA per l’IL-1B e ICAM-1.
Nell’insieme, questi risultati confermano l’effetto
neuroprotettivo della simvastatina nell’ischemia perinatale
ed indicano che l’effetto della statina può essere
dovuto ad una riduzione della risposta infiammatoria con conseguente
riduzione del numero di cellule che vanno incontro a morte apoptotica.
La possibilità di poter utilizzare anche una singola somministrazione
del farmaco potrebbe ridurre significativamente il rischio associato
al suo uso in un periodo particolarmente delicato come lo sviluppo.
Naturalmente, devono essere eseguiti ulteriori esperimenti in questo
contesto per definire con maggiore certezza il bilancio beneficio-rischio
e rimane ancora da verificare se l’effetto neuroprotettivo
sia peculiare per la simvastatina o sia una caratteristica di tutti
i farmaci appartenenti alla classe delle statine.
1) Balduini et al.,
Stroke 32: 2185-2191, 2001
2) Balduini et al., Stroke 34: 2007-2012, 2003
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